5. È stato pagato giustamente?

Il salario di sussistenza deve garantire un tenore di vita dignitoso a tutti i nostri lavoratori

Womsh si impegna a pagare salari dignitosi ad ogni singola persona che lavora lungo tutta la catena di fornitura.

PERCHE’?

Nel mondo, oltre 75 milioni di lavoratori sono impiegati nel settore dell’abbigliamento e delle calzature. La maggior parte di loro non riceve un salario adeguato, non è assunto con un contratto formale e non riesce a soddisfare i propri bisogni primari. Nonostante l’ONU e l’Organizzazione Internazionale del lavoro (OIL), riconoscano il salario di sussistenza come

UN DIRITTO UMANO FONDAMENTALE,

la realtà è che milioni di lavoratori dell’industria tessile vengono sfruttati come manodopera a basso costo e costretti a vivere in povertà, privati non solo del salario ma anche dell’accesso all’assistenza sanitaria, di cibo adeguato e istruzione. In Womsh tutti i lavoratori della nostra filiera percepiscono un compenso equo e in grado di garantire uno standard di vita dignitoso e soddisfacente. Ecco perché abbiamo inserito nel nostro codice etico un salario di sussistenza (living wage) garantito secondo gli standard europei e sviluppato un approccio volto a monitorare le condizioni salariali delle nostre fabbriche partner.

COS’E’ UN SALARIO DI SUSSISTENZA?

Secondo la definizione della Global Living Wage Coalition (GLWC):
Un salario di sussistenza è un salario sufficiente a garantire a un lavoratore di un determinato luogo e la sua famiglia un tenore di vita dignitoso.
Dovrebbe essere guadagnato in una settimana lavorativa standard di non più di 48 ore e deve essere sufficiente a pagare cibo, acqua, alloggio, istruzione, assistenza sanitaria, trasporti, abbigliamento e altri bisogni essenziali, compresi i risparmi per far fronte agli imprevisti.

Perché il salario minimo non basta
In molti paesi dell’Asia e dell’Europa orientale non è previsto alcun salario minimo stabilito dalla legge e, quando c’è, non è sufficiente a coprire i bisogni essenziali.
Inoltre, i lavoratori non sono quasi mai equamente rappresentati nel processo di contrattazione del salario minimo oppure non lo sono affatto. Tutto questo accade perché i governi dei paesi produttori non hanno alcun incentivo ad aumentare i salari minimi, temendo che i brand possano spostare i loro ordini verso quei paesi in cui il costo del lavoro è ancora più inferiore.

<< I PARAMETRI PER CALCOLARE UN SALARIO VIVIBILE >>

Calcolare un salario di sussistenza è un’operazione complessa. Diversi studiosi, sindacati e gruppi per i diritti dei lavoratori - come la Global Living Wage Coalition (GLWC) - hanno sviluppato i parametri di riferimento per uno o più paesi e regioni, permettendo di stimare anche i costi locali a carico di una famiglia tipo in oltre 20 Paesi.

Un salario di sussistenza deve essere:
• Trasparente nel metodo e nelle conclusioni.
• Revisionato regolarmente per garantire che l’inflazione e l’aumento dei costi dei beni primari vengano inclusi.
• Istituito in seguito a negoziati con i sindacati nazionali o regionali (per non creare concorrenza salariale).
• Sufficiente per coprire tutte le esigenze di base di una famiglia e per consentirle di risparmiare. Ciò include madri single o lavoratrici senza partner che sostengono due parenti anziani con un unico stipendio.
• Un parametro di riferimento salariale vivibile non dovrebbe imporre un tetto ai salari, ma favorire il progresso e garantire un reddito minimo a tutti i lavoratori.


Womsh sostiene questa metodologia poiché coinvolge le persone e le organizzazioni locali al fine di stimare il costo della vita reale per un lavoratore e la sua famiglia in un determinato luogo.

VI SIETE MAI CHIESTI COSA SI NASCONDE DIETRO UN PREZZO TROPPO BASSO?

Quando un prodotto costa poco significa che la differenza la sta pagando qualcun altro e, nella maggior parte dei casi, sono i lavoratori.
Ritmi incessanti e prezzi contenuti inevitabilmente portano i fashion brand (che spesso si dichiarano sostenibili) a delocalizzare le fasi produttive verso quei paesi in cui i costi del lavoro sono bassi, i lavoratori non hanno diritti e la legislazione è facilmente aggirabile.

UNA SCHIAVITU’ MODERNA

In Guandong, Cina, le giovani donne fanno fino a 150 ore mensili di straordinari. Il 60% di loro non ha un contratto e il 90% non ha accesso alla previdenza sociale. In Bangladesh i lavoratori tessili guadagnano 44 dollari al mese (a fronte di un salario minimo pari a 109 dollari).

Nel mondo ci sono troppe persone che producono cose che non si potranno permettere mai.I nostri lavoratori devono potersi permettere un paio di Womsh con tre giorni del loro lavoro. Se producessimo in Sudamerica ce ne vorrebbero 12 e in Asia addirittura 16. Questo è il nostro parametro per spiegare il concetto di stipendio equo.

La nostra governance
Womsh è una società a responsabilità limitata e il suo fondatore è l’unico azionista.
In termini di governance, abbiamo scelto di non avere investitori da soddisfare con dividendi trimestrali, poiché riteniamo che l’integrità del nostro progetto e della nostra missione non debba essere compromessa da interessi capitalistici che non riguardino la volontà di cambiare le regole dell’industria della moda.
Ecco perché possiamo andare contro corrente ed essere un’azienda che può permettersi di crescere lentamente, senza sottostare ai ritmi insostenibili dettati dal mercato.